Il bilancio: oltre 570 iniziative realizzate tra Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Campania e Sicilia
Un progetto nato con l’obiettivo di contrastare la povertà educativa minorile, una problematica che negli ultimi anni si è aggravata ulteriormente: secondo i dati Istat in Italia nel 2020, erano in condizione di povertà assoluta poco più di due milioni di famiglie (7,7% del totale da 6,4% del 2019) e oltre 5,6 milioni di individui (9,4% da 7,7%). Dopo il miglioramento del 2019, nell’anno della pandemia la povertà assoluta aumenta raggiungendo il livello più elevato dal 2005 (inizio delle serie storiche).
Il progetto Movi-menti si sviluppa in tutto il Paese (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Campania e Sicilia) con l’obiettivo di impedire l’aggravarsi di questa situazione descritta dai dati.
In Liguria il progetto si è ben evoluto nel territorio del Tigullio con laboratori, incontri e attività in questi ultimi quattro anni. Lo scorso 18 e 19 novembre l’ex convento dell’Annunziata di Sestri Levante ha infatti ospitato un momento conclusivo della comunità educante del progetto proprio per tracciare un bilancio finale delle attività svolte.
“Sono trascorsi 4 anni da quando ho iniziato a occuparmi del progetto Movi-Menti per la Liguria - dice Stefano Aliquò del Consorzio Tassano Servizi Territoriali e tra i promotori del progetto in Liguria - 4 anni di lavoro intenso sul nostro territorio e un lavoro sinergico con i cari colleghi delle regioni partner. Un progetto che ha portato risorse sul nostro territorio, che è stato capace di intessere relazioni e di investire sulla comunità educante. Abbiamo vissuto davvero tante esperienze belle e quando guardo questo video oltre a commuovermi sono anche un bel po' orgoglioso. Movi-menti il viaggio continua”.
Una sorta di bilancio conclusivo che ha contato circa 570 attività tra iniziative, incontri, laboratori che hanno coinvolto, nelle cinque 5 regioni, 5964 minori, 1890 genitori o affidatari, 1318 insegnanti e educatori. Tutte attività che hanno messo in condizione i minori, in particolare quelli in situazione di svantaggio socio-economico, di fare esperienze educative attivanti e motivanti migliorando le loro capacità cognitive e relazionali, con conseguente impatto positivo sull’esperienza scolastica e diminuzione del rischio di abbandono e devianza attraverso la fondamentale partecipazione di scuola, servizi, famiglie, terzo settore, cittadini.
di Marco Garibaldi - La Voce di Genova
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